Alcuni sviluppatori di software libero hanno iniziato ad usare il termine ``software open source'' invece di ``software libero''. Mentre il software libero chiamato in qualunque altro modo vi offre le stesse libertà, fa una grande differenza quale nome utilizziamo: parole differenti hanno significati differenti.
Questo articolo spiega perchè utilizzare il termine ``open source'' non risolve tutti i problemi, quando di fatto ne crea alcuni. Esistono alcune ragioni sul perché è meglio utilizzare ``software libero''.
Ma nessuno ha trovato una alternativa corretta e non ambigua per ``software libero'' in lingua Inglese. (Alcune lingue, come il francese, lo spagnolo e il giapponese hanno metodi ovvi per fare questo.) Ogni sostituto proposto per ``software libero'' ha un problema di semantica simile, o peggio -- e questo include ``software open source''. ``Software libero'' ha molteplici significati, non solo quello per cui lo intendiamo noi. ``Software open source'' ha un singolo naturale significato, ma non spiega quello che vogliamo dire.
Il significato ovvio di ``software open source'' è ``Puoi guardare il codice sorgente''. Questo è un termine meno vigoroso di ``software libero''; include il software libero, ma include inoltre software semi-libero come ad esempio Xv, e anche qualche software proprietario, inclusa Qt nelle sue precedenti licenze.
Questo significato ovvio per ``open source'' non è quello inteso dai suoi sostenitori. ( La loro definizione ``ufficiale'' è molto simile a quella di ``software libero'') Il risultato è che le persone spesso confondono le due cose. Ovviamente, questo problema può essere risolto pubblicando una definizione precisa del termine. Coloro che utilizzano le parole ``software open source'' l'hanno fatto, così come anche noi per ``software libero''. Questo approccio purtroppo non ha la stessa efficacia in altri casi. Per il software libero, dobbiamo insegnare alle persone che intendiamo un significato piuttosto che un altro che viene espresso dalle stesse parole. Per l'open source, dobbiamo insegnare loro ad utilizzare un significato che non viene assolutamente espresso dalle parole.
Anni fa, gli sviluppatori di software libero si accorsero di questa reazione di alcune persone, e iniziaro a cercare una soluzione a questo problema. Pensarono che mettendo in secondo piano l'etica e la libertà, e parlare piuttosto dei benefici pratici immediati di qualche software libero, sarebbero stati in grado di ``vendere'' il software ad una determinata utenza, nel particolar mondo le aziende. Il termine ``open source'' viene offerto come un modo per fare molto di più -- un modo per essere ``più accettabili dalle aziende''.
Questo approccio al problema ha dimostrato di funzionare, nei sui termini. Oggi molte persone passano al software libero per pure ragioni pratiche. Questa è una buona cosa, ma non è tutto quello che dobbiamo fare! Attirare gli utenti verso il software libero non è tutto il lavoro, è solo un piccolo passo.
Prima o poi questi utenti saranno invitati ad utilizzare nuovamente software proprietario per via di alcuni vantaggi pratici. Infinite aziende cercano di offrire questa tentazione, e perchè gli utenti dovrebbero rifiutare? Perchè hanno imparato a valutare la libertà che gli viene offerta dal software libero, per il proprio bene. Tocca a noi fargli capire questa cosa -- e per farlo, dobbiamo parlare di libertà. Una parte dell'approccio ``teniamo a tacere'' nei confronti delle aziende può essere utile per la comunità, ma dobbiamo comunque parlare di libertà.
Attualmente, si tiene molto a tacere, e non si parla abbastanza della libertà. La maggior parte delle persone coinvolte nel software libero parlano molto poco della libertà -- molto spesso perchè cercano di essere ``più accettabili per le aziende''. I distributori di software sono quelli che più seguono questa regola. Alcune distribuzioni del sistema operativo GNU/Linux aggiungono pacchetti di software proprietario al sistema libero di base, e invitano gli utenti a considerare questo come un vantaggio, invece di soffermarsi sulla libertà che gli viene offerta.
Stiamo fallendo , fallendo nell'insegnare alle persone cosa sono queste libertà e cosa è la nostra comunità velocemente quanto queste ci mettono ad entrarci. Questo è il motivo per cui software non libero come lo era Qt, e le distribuzioni di sistemi operativi parzialmente liberi, trovano un terreno così fertile. Smettere di utilizzare la parola ``libertà'' adesso sarebbe un errore. Abbiamo bisogno che si parli di più, e non meno, di questa libertà.
Mettiamo caso che coloro che utilizzano il termine ``open source'' riescano a portare ancora più utenti all'interno della nostra comunità: se ci riescono, il resto di noi dovrà lavorare ancora più duramente per portare l'aspetto della libertà all'attenzione degli utenti. Dobbiamo dire ``È software libero e ti da la libertà!'' sempre di più e più forte che mai.
I sostenitori del ``software open source'' hanno tentato di rendere questo un marchio registrato, sperando di poter così prevenire utilizzi scorretti. Il tentativo è fallito quando la richiesta è stata fatta decadere nel 1999. Per cui, lo stato legale di ``open source'' è lo stesso identico del ``software libero'': non esiste nessuna restrizione legale nel suo utilizzo.
Ma avrebbe davvero fatto questa grande differenza nell'usare un termine che è un marchio registrato? Io non sono convinto. Ho sentito molte aziende chiamare i pacchetti software ``open source'' anche se questi non rientravano, per le loro caratteristiche, nella definizione ufficiale. Ho visto di persona questi fatti.
Le aziende inoltre creano annunci che danno l'impressione che un
programma sia ``software open source'' senza dirlo esplicitamente. Ad
esempio, un annuncio di IBM, riguardo ad un programma che non
rientrava nella definizione ufficiale, diceva questo:
Questa frase non dice che il programma è ``open source'', ma molti lettori non hanno notato quel dettaglio. (Devo comunque far notare che IBM era sinceramente interessata nel rendere questo programma software libero, e hanno successivamente adottato una nuova licenza che lo rendeva tale e ``open source''. Ma quando questo annuncio è stato fatto, il programma non si qualificava come nessuno di questi due.)
Ed ecco come Cygnus Solutions, che fu create come azienda che lavorava
sul software libero e successivamente suddivisa con una parte che
lavorava su software proprietario, pubblicizzava prodotti software
proprietari:
Diversamente da IBM, Cygnus non stava tentando di rendere questi pacchetti software libero, e questi non si avvicinavano minimamente a questo per essere definiti tali. Ma Cygnus non ha detto che questo è ``software open source'', hanno soltanto utilizzato una frase molto vaga per cercare di ottenere un consenso favorevole che accompagna questo termine.
Anche le singole persone molto frequentemente non capiscono il
termine. Ecco come lo scrittore Neal Stephenson ha definito ``open
source'':
Io non credo che lui abbia deliberatamente tentato di rifiutare o argomentare la definizione ``ufficiale''. Ha semplicemente applicato le convenzioni della lingua inglese, e raggiunto una conclusione naturale.
Queste osservazioni suggeriscono che un marchio registrato non avrebbe risolto sul serio i problemi legati al termine ``open source''.
La Open Source Definition è chiara abbastanza, ed è abbastanza chiaro che il tipico programma non libero non rientra in questa definizione. Quindi penserete che una ``azienda Open Source'' produca software libero, giusto? Non sempre è vero, molte aziende stanno anche cercando di dargli un differente significato.
All'incontro ``Open Source Developers Day'' svoltosi nell'Agosto 1998, molti degli sviluppatori commerciali invitati dissero che erano intenzionati di creare solo una parte del loro lavoro come software libero (o ``open source''). Il fulcro del loro business era incentrato sullo sviluppo di aggiunte proprietarie (software o documentazione) da vendere agli utenti di questo software libero. Ci chiesero di considerare questo come legittimo, come parte della nostra comunità, poichè parte del denaro veniva donato per lo sviluppo di software libero.
In effetti, queste aziende tentano di guadagnare una immagine ``open source'' favorevole per i loro prodotti software proprietari -- anche se questi non sono software ``open source'' -- poichè hanno una qualche relazione con il software libero o perchè la stessa azienda mantiene anche un qualche software libero. (Il fondatore di una azienda ha esplicitamente detto che avrebbero messo, nei pacchetti di software libero da loro supportati, un pò del loro lavoro per poter far parte della comunità.)
Attraverso gli anni, molte azienda hanno contribuito allo sviluppo del software libero. Alcune di queste aziende sviluppano principalmente software non libero, ma le due attività vengono completamente separate. Per questo, possiamo ignorare i loro prodotti non liberi, e lavorare con loro sui progetti di software libero. Quindi possiamo poi onestamente ringraziarli per i loro contributi al software libero, senza parlare di tutti gli altri prodotti che portano avanti.
Questo non possiamo farlo con queste nuove azienda, poichè loro non lo accetterebbero. Queste aziende cercano attivamente di dominare il pubblico per unire tutte le loro attività assieme. Vogliono che noi consideriamo il loro software non libero come se questi stessero dando un vero contributo, anche se non lo è. Si presentano come ``aziende open source'' sperando che la cosa ci interessi e che la renda ai nostri occhi attraente, e che ci porti ad accettarla.
Questa pratica di manipolazione non sarebbe meno pericolosa se fatta utilizzando il termine ``software libero''. Ma le aziende non sembrano utilizzare il termine ``software libero'' in questo modo. Probabilmente la sua associazione con un ideale lo rendono non adatto allo scopo. Il termine ``open source'' ha aperto a questi le tutte le porte.
In una fiera alla fine del 1998, dedicata al sistema operativo spesso chiamato come ``Linux'', il relatore di turno era un alto dirigente di una prominente azienda di software. Era molto probabilmente invitato poichè la sua azienda aveva preso la decisione su ``supportare''questo sistema. Sfortunatamente, la forma su ``supporto'' consisteva di rilasciare software non libero che funzionava con il sistema -- in altre parole, utilizzava la nostra comunità come un mercato e non contribuiva affatto a questa.
Disse: ``Non renderemo mai il nostro prodotto open source, ma forse lo renderemo tale `internamente'. Se permetteremo al nostro staff di supporto ai clienti di avere accesso al codice sorgente, questi potranno risolvere gli errori per i clienti, e potremo quindi fornire un prodotto e un servizio migliore.'' (Questa non è la trascrizione esatta del discorso, poichè non me lo ero scritto, ma rende comunque l'idea.)
Alcune persone tra gli spettatori mi dissero successivamente ``Non ha capito il senso del nostro lavoro''. Quindi? quale senso non aveva colto?
Non aveva tralasciato il significato abituale del termine ``open source''. Quel significato che non parla mai della libertà, ma che permette a più persone di poter guardare il codice sorgente e di aiutare a migliorarlo per via di uno sviluppo più veloce e migliore. Il dirigente ha colto perfettamente quel significato. Per altri ragioni non ha utilizzato questo approccio nella sua interezza, utenti inclusi, pensando di utilizzarlo parzialmente all'interno della sua azienda.
Il significato che non ha colto è quello che ``open source'' ha progettato di non sollevare: quello che l'utente merita la libertà.
Diffondere l'idea della libertà è un lavoro difficile -- ha bisogno del tuo aiuto. Il progetto GNU è legato al significato di ``software libero''. Se senti che questa libertà e che la comunità siano importante per il loro stesso bene -- non solo per la convenienza implicita in questi -- unisciti a noi utilizzando il termin ``software libero''.
Il movimento del Software Libero e quello Open Source sono come due partiti politici all'interno della nostra comunità.
I gruppi radicali sono noti per il FIXME{factionalism}: le organizzazioni si spezzano per disaccordi sui dettagli della strategia utilizzare, e quindi si odiano una parte con l'altra. Si trovano in accordo sui principi di base, ma non sulle raccomandazioni pratiche. Ma si considerano comunque nemiche tra loro, e combattono con i denti e le unghie fino all'ultimo.
Per il movimento del Software Libero e quello Open Source tutti i significati sono semplicemente all'opposto. Siamo in disaccordo sui principi di base, ma lo siamo invece per le raccomandazioni pratiche. Lavoriamo assieme in molti progetti specifici.
All'interno del movimento del Software Libero non vediamo il movimento Open Source come un nemico. Il nemico è il software proprietario. Ma vogliamo anche che le persone nella nostra comunità sappiano che non siamo le stesse persone!
Quindi per favore menzionate il movimento del Softwware Libero quando parlate del lavoro che abbiamo fatto, e del software che abbiamo sviluppato -- come il sistema operativo GNU/Linux.
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